Giunge infine il solstizio del 21 giugno, e nella serata più lunga dell'anno tutto sembra suggerire l'imminenza di un'estate assai torrida (magari mi sbaglierò, ma le previsioni meteorologiche a breve termine puntano tutte in questa direzione). Alle basse quote con ogni probabilità sarà senz'altro così, ma da tempi immemorabili chi abita le Terre Alte è abituato al fatto che non esiste nulla di più sfuggente, sfumato, precario ed effimero rispetto a quanto per convenzione ed abitudine nominiamo la bella stagione. Le diverse epoche dell'anno vanno, vengono, si incrociano, si sovrappongono: uno crede per esempio di trovarsi in piena estate, quand'ecco che una spietata perturbazione anomala lo riporta a pieno titolo fra le braccia del Generale Inverno in men che non si dica.

Per fare fronte a questa e ad altre situazioni incresciose, lo zaino dell'escursionista anche di media montagna, come del resto allo scrivente piace immaginarsi, dovrebbe di preferenza contenere una dotazione essenziale di equipaggiamento quattro stagioni, come del resto già avviene con la pizza e la sacra automobile. A tale proposito ho osservato in più occasioni come il mio bagaglio domenicale non presenti in effetti molte differenze fra estate ed inverno: buona parte dell'abbigliamento del camminatore, nonostante la concreta possibilità di restare inutilizzato, deve ugualmente rimanere di scorta nello zaino da trentacinque litri per ogni evenienza. Chissà... magari sono sulla buona strada!
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