giovedì 7 febbraio 2019

UN PONTE SENZ'ACQUA


Una delle iscrizioni sul Volt, anno 1838
Domenica 6 Maggio 2018: PREALPI BELLUNESI, Volt de Val d'Arch (m 1000 ca).

Paesaggi e montagne modificano il proprio aspetto assai lentamente, dicono. Ma alcune volte tutto questo avviene invece con una velocità inaspettata. Da giovane, per raccontarne una, mi spostavo spesso in bicicletta sui colli boscosi vicini a casa mia. Frequentavo l'università ed avevo la patente, ma il bilancio delle mie ricchezze era alquanto limitante: un desolante buco nero nelle risorse finanziarie escludeva la possibilità di attingere con frequenza ai distributori di carburante, mentre ero messo molto meglio in materia di tempo a disposizione e soprattutto di gambe e fiato. Su una mappa Tabacco mi ero imbattuto nello strano simbolo che rimandava al significato di arco in roccia naturale nei pressi del Castello di Zumelle, tanto che decisi di fare un salto a scoprire di che si trattava.
Le foreste che crescevano nella parte alta del territorio di Mel erano molto diverse da oggi: dominavano le piante ad alto fusto (soprattutto dei grandi faggi) ed il sottobosco era curato e spazioso, per nulla ingombrato da cespugli come si presenta invece ai giorni nostri; i segnali escursionistici erano pressoché inesistenti anche allora, ma almeno tracce e sentieri erano evidenti e praticati. Lasciata al sicuro la mountain-bike, dopo una breve e ripida salita a piedi me lo trovai improvvisamente davanti nel posto più inatteso: il Volt de Val d'Arch si presentava come una massiccia e ardita formazione rocciosa scavata dall'acqua in tempi geologici remoti, un ponte di pietra dislocato tuttavia sulle pendici boschive di un colle prealpino che con l'acqua sembra avere ben poco a che fare. Ammirai e fotografai. Poi gli anni passarono.
Ritornai in diverse occasioni da quelle parti, dapprima con mio padre ed in seguito con altre compagnie di amici camminatori. Nel frattempo avevo scoperto tramite la recente invenzione di internet che Il Volt rappresenta anche la testimonianza storica di antiche contese, prolungatesi dall'epoca d'oro della Repubblica Veneta fin quasi all'Unità italiana, per il possesso amministrativo e il diritto di sfruttamento di queste vallate tramite le attività pastorali: un'iscrizione nella pietra, scolpita nel 1838 per celebrare la fine di quella vertenza secolare, è ancora oggi leggibile con un po' di fatica su entrambi i lati dell'arco. Poiché era impossibile spostarlo, il Volt doveva apparire ai politici dell'epoca come il miglior guardiano di confine che si potesse immaginare.
Il Volt de Val d'Arch
Risale alla primavera del 2018 l'ultima visita, quando per conto di una comitiva di amici escursionisti mi venne chiesto di organizzare all'ultimo minuto una camminata sulle nostre Prealpi. Non avevo il tempo e non ritenevo nemmeno necessario andare a provare il percorso, ma mi sbagliavo di grosso: in non molti anni il bosco che circonda il Volt era del tutto cambiato, l'orientamento era difficoltoso a causa della vegetazione selvatica cresciuta in modo disordinato, e tutti gli accessi risultavano quasi invisibili. Per mia fortuna, qua e là una traccia quasi del tutto soffocata dai cespugli rivelava ogni volta all'ultimo momento la direzione da seguire ed il mio spirito guida (credo si chiami Beato Tex Willer o Santa Aquila della Notte) non mi fece mai mancare il suo sostegno.
Di posti così, dalle nostre parti ce ne sono un sacco. Ma col trascorrere dei decenni, temo, sarà sempre più difficile arrivarci.

Partenza a piedi dal parcheggio del rifugio Boz sopra la frazione di Tiago in comune di Mel, oggi confluito per referendum popolare nel più esteso comune di Borgo Valbelluna. Dapprima discesa su strada bianca verso la Val d'Arch per un paio di chilometri, poi salita a tratti anche molto ripida passando per il Volt e fino alla strada bianca che percorre la cresta della dorsale prealpina. Pausa pranzo alla vicina malga Canidi e successivo rientro per sentiero nel bosco fino al rifugio Boz. 600 metri di dislivello, per 13 km e 4 h di percorrenza effettiva. Meteo caldo e soleggiato.

1 commento:

  1. Bella descrizione, ci sono stata parecchie volte e scopro sempre qualcosa di nuovo.

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