giovedì 15 novembre 2018

CARE TERRE SELVAGGE...

Sfacelo di abeti lungo Valle Còr
Domenica 11 Novembre 2018: PREALPI BELLUNESI, traversata da Montegàl a Pian de le Fémene (m 1200 ca.).

Care le Mie Terre Selvagge, da qualche anno avevo preso l'abitudine colloquiale di chiamarvi in questo modo un po' canzonatorio, più che altro per similitudine con le Terre Selvagge propriamente dette (quelle di tolkieniana memoria). Mi attirava l'idea un po' romanzesca che il lato avventuroso ed imprevisto della vita cominciasse proprio dietro l'angolo di casa: «La Via prosegue senza fine», ripetevo ogni tanto come Bilbo Baggins, ed a contenuta distanza dal mio paese avevo a portata di gamba un itinerario poco frequentato e senza eccessivo impegno.
Care le Mie Terre Selvagge: se prima era tutto sommato un gioco, oggi state facendo di tutto per assumere sul serio un'aria arcigna e polemica. Ci hanno pensato per primi i boschi, che un un decennio alla volta si sono ripresi quasi tutto lo spazio un tempo assegnato ai pascoli; poi si è data da fare la fauna selvatica (caprioli e cervi, cinghiali, da ultimi perfino i lupi); infine è arrivato il meteo autunnale nelle sue manifestazioni più estreme che ha fatto strage di tronchi, strade forestali e sentieri trasformandoli in un groviglio di legno schiantato. Ora che vi ho visto, ammetto che siete proprio selvagge al punto giusto. Ma non è proprio questo, in fin dei conti, il vero volto della natura? E se insisto ancora a lamentarmi: chi si trova veramente fuori posto, fra noi due?

Partenza dal parcheggio di Montegàl in una mattinata grigia ed umida, mentre le motoseghe dei malgari ripristinano con pazienza e rassegnazione almeno le vie di comunicazione principali. La strada bianca che attraversa il Canàl de Limana è già stata liberata, e la salita fino a Pian de le Fémene è abbastanza agevole nonostante lo scenario di devastazione boschiva che si attraversa. Poi, sulla cresta erbosa non ci sono alberi e tutto sembra quasi normale. I veri problemi si rivelano dapprima sul sentiero di discesa verso la sorgente Saonèra (del tutto soffocato dalle piante cadute), poi sulla strada forestale che dalla casere Frascòn riporta a Montegàl (interrotta in più punti da abeti collassati). Non c'è proprio nulla da fare: bisogna rinunciare al giro ad anello, tornare sui propri passi e ripercorrere l'itinerario di andata in senso inverso, quasi raddoppiando la distanza totale.

Circa 700 metri di dislivello, per 17 km e 3,5 h di percorrenza effettiva. Meteo plumbeo e nebbioso specialmente sulla parte in cresta da Pian de le Fémene alle malghe di Pezza.

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