lunedì 19 novembre 2018

RICORDANDO ETTORE

Murale al rifugio Carducci
Il nome di Ettore Castiglioni (1908-1944) viene giustamente citato quasi sempre a proposito di alpinismo, in virtù della sua intensa attività di scalatore svolta in gran parte sulle Dolomiti (ma non solo) negli anni Trenta del Novecento. Le sue imprese di scalatore e sestogradista sono note e non mi dilungherò in questa sede a parlarne (alcune note biografiche sono disponibili per la consultazione su https://it.wikipedia.org/wiki/Ettore_Castiglioni). Vorrei piuttosto soffermarmi sull'ultimo periodo dell'esistenza dell'alpinista milanese, culminato con la sua prematura scomparsa sulle nevi del passo del Forno durante una gelida notte invernale, negli ultimi mesi del secondo conflitto mondiale.
Istruttore alla scuola militare alpina di Aosta con il grado di sottotenente degli alpini, dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 Ettore Castiglioni aderì al C.L.N. e divenne promotore di diversi gruppi partigiani. Attraverso il confine italo - svizzero, finanziandosi mediante qualche attività di contrabbando di generi alimentari, Castiglioni mise a disposizione la sua esperienza di montanaro e guida alpina per favorire la fuga oltre confine di perseguitati politici (esponenti dell'antifascismo italiano, fra i quali Luigi Einaudi futuro primo Presidente della Repubblica Italiana) e vittime delle leggi razziali (famiglie di origine ebraica perseguitate dal nazifascismo).
Castiglioni considerava il proprio ruolo di alpinista e guida in montagna soprattutto come un'esperienza umana dal profondo valore interiore. Non è quindi un caso che una delle sue frasi preferite, come leggiamo nel suo diario intitolato Il giorno delle Mèsules, fosse «Non si arrampica per avere un applauso». Non può dunque meravigliare nemmeno il fatto che il Nostro non abbia lasciato alcuna documentazione scritta relativa alle persone ed alle famiglie aiutate a fuggire dalla persecuzione. Tutte le notizie riguardanti la sua presenza ed attività sul confine italo - svizzero nei pressi della Valmalenco fino all'inverno 1943/44, attività che alla fine gli costarono la vita, derivano dal racconto di amici, conoscenti e collaboratori.
Il Giardino dei Giusti a Gerusalemme
A così tanti decenni di distanza da quegli eventi, la figura storica e la generosità disinteressata di Ettore Castiglioni destano tuttavia nuova curiosità. Ci hanno pensato dapprima diverse uscite editoriali: il già citato Il giorno delle Mèsules (Hoepli, 2017), La storia di Ettore Castiglioni (M. A. Ferrari, TEA Storica, 2008) ed infine il cortometraggio Oltre il confine (A. Azzetti e F. Massa, 2017). Un gruppo di amici appassionati della montagna e della storia dell'alpinismo, da qualche anno a questa parte, si è anche interessata per produrre la documentazione necessaria affinché Castiglioni venga proclamato Giusto fra le nazioni con riconoscimento formale presso il Giardino dei Giusti a Gerusalemme. La fase istruttoria di questa iniziativa è tuttora in corso, e si svolge fra Italia ed Israele grazie al coinvolgimento della fondazione Christian Friends of Yad-Vashem.

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