mercoledì 3 ottobre 2018

FAGGI NELLA NEBBIA

Il sentiero alto per il rifugio Semenza
Montagne nebbiose nel senso di scomode, problematiche, assai poco disneyane e spesso labirintiche, da queste parti ne abbiamo da vendere. Su alcune non ci metterei piede neanche a pagamento: esistono alcuni rilievi a ridosso della val Piave, e mi riferisco in particolare ai Monti del Sole o certe impervie vallate che risalgono i ripidi fianchi della Schiara, che costituiscono dei mondi a parte soltanto per iniziati. Qui, un escursionista inesperto come il sottoscritto potrebbe smarrirsi dopo un'ora e girare a vuoto fino all'esaurimento delle risorse fisiche. Altre lande sono meno repulsive, ma vanno comunque trattate con rispetto.
Con pensieri simili a questi, un giorno d'autunno risalgo da solo il sentiero dapprima boscoso, in seguito erboso, roccioso ed a tratti un po' aereo che conduce da Pian de le Lastre al rifugio Semenza. Mi trovo in Alpago, in prossimità dei boschi di faggio della Palantina che in ottobre diventano gialli e rossi come il fuoco nel caminetto. Il tempo meteorologico non è dei migliori, anzi: sopra i mille metri di quota staziona da ore un grigio uniforme e denso, nonostante le previsioni non abbiano preannunciato fenomeni degni di preoccupazione.
Il proposito della giornata consisterebbe in un giro ad anello di perlustrazione, con discesa lungo la Val Salatis dove sono già stato due volte ma soltanto diversi anni prima. Non ho particolare passione di andare in montagna da solo, ed anche stavolta non lo faccio per scelta: semplicemente, due amici ai quali avevo chiesto di accompagnarmi mi hanno tirato il proverbiale bidone. Mettendo insieme queste due situazioni problematiche - mi riferisco alla situazione meteo instabile ed all'uscita in solitaria - parto a piedi da Col Ìndes con la riserva mentale di limitarmi ad una breve passeggiata panoramica fino al rifugio Semenza, con un breve sguardo dalla testata della Val Salatis prima di voltarmi e tornare indietro sui miei passi.
Il soggiorno in rifugio è breve e soddisfacente (mi concedo una tazzona di tè caldo ed una fetta di torta), ma sono soltanto le undici di mattina e finalmente le pesanti nebbie che stazionavano sotto il monte Cavallo si convincono che è ora di sublimare nell'atmosfera. Ad un certo punto esce perfino il sole ed allora decido di proseguire la mia escursione con la massima calma, senza ritornare subito alla base.
Per quanto semplice ed volte perfino banale, mi piace giocare con i significati durante le mie escursioni a piedi del fine settimana: al di là delle altimetrie e delle prestazioni sportive, spesso mi sorprendo ad interrogare me stesso su quale possa essere il messaggio o l'insegnamento che potrei trarre dall'uscita che ho appena completato. La Val Salatis rappresenta un percorso falsamente addomesticato: sebbene priva di difficoltà tecniche sul suo percorso "segnato", due decenni addietro fu segnata da un tragico evento quando una comitiva di escursionisti venne sorpresa da un temporale estivo e smarrì l'orientamento; la maggior parte del gruppo venne ritrovato alla spicciolata nei boschi in stato confusionale, mentre alcuni sfortunati morirono assiderati in pieno luglio, con l'abbigliamento pesante ancora piegato nello zaino. Fu la sconvolgente dimostrazione di cosa il freddo improvviso può provocare sul fisico umano.
Nebbia in Val Salatis
Capacità di orientamento, e furbizia nel sapersela cavare nelle situazioni di emergenza: questi i concetti che scelgo di portarmi a casa mentre completo l'anello della Val Salatis e rientro a Pian De Le Lastre per una meritata birra schiumante. Conoscere il territorio, prendere confidenza con le cartine topografiche, mai azzardare il tutto per tutto ed escogitare sempre un piano B se le cose si mettono male. Benvenuti anche i moderni strumenti elettronici di georilevamento, ma senza darli per scontati. In breve, affrontare la montagna con i piedi leggeri, come il grande Franco amava sempre ripetere: l'alpinista più bravo, sono parole sue, è colui che riesce a portare con dignità le scarpe da vecchio.

Domenica 1 ottobre 2017
Anello della Val Salatis da Pian de le Lastre - Alpago (BL)
17 km x 1100 m dislivello in salita, 5 h percorrenza su sentieri isolati e solitari
Meteo grigio e nebbioso in mattinata, poi sole e caldo
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