martedì 20 dicembre 2011

IL PIEDE DENTRO LA PORTA

La libertà di licenziare non ha proprio nulla da spartire con le politiche per rilanciare l'occupazione: questo lo può intuire anche un analfabeta. Si tratta soltanto del classico “piede dentro la porta” che apre la via a nuove forme di abuso e prevaricazione nei confronti dei lavoratori dipendenti.

Ad ogni modo, poiché Governo ed Industriali sembrano seriamente intenzionati ad affondare l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori ed accusano nello stesso tempo le controparti di non essere disponibili al dialogo, è fondamentale non stare con le mani in mano e giocare al rialzo.

Dipendesse da me, io farei così. Vogliono discrezionalità nel mandare a spasso gli operai? E sia pure, se la prendano. Nemmeno un cane scodinzola tuttavia per niente, come dicono dalle mie parti. In economia di mercato tutto ha un prezzo, e se vogliono mano libera con i licenziamenti si rende necessario introdurre alcuni provvedimenti già oggi in vigore negli stati più avanzati del mondo:
  1. aumento delle retribuzioni in misura compresa tra il 30% ed il 40%;
  2. soluzione definitiva al problema delle morti bianche e della sicurezza sui luoghi di lavoro, con l'introduzione di pene adeguate alla gravità delle violazioni;
  3. diritto di partecipazione delle rappresentanze dei lavoratori ai consigli di amministrazione delle imprese, con pieno diritto di voto in qualsiasi materia, compresa la nomina e la revoca dei manager.
Fantascienza? Può anche darsi, ma è importante osservare che la science – fiction del secolo scorso è spesso diventata la realtà dei giorni nostri.

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