venerdì 16 dicembre 2011

MISTERO SUL MONTE ARARAT

La copertina del nuovo fumetto
È uscito da pochi giorni nelle librerie Ararat, la montagna del mistero, nuova opera a fumetti del “folletto” Paolo Cossi. Propongo qui di seguito una mia recensione già pubblicata su Il Corriere delle Alpi nell'edizione di domenica 11 dicembre 2011.
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Si è tenuta venerdì scorso 25 novembre presso il ristorante Alla Stanga a Candàten di Sedico la presentazione in anteprima di Ararat, la montagna del mistero, il nuovo libro a fumetti disegnato da Paolo Cossi. La pubblicazione, che racconta in forma romanzata la storia del bellunese di origine armena Azad Vartanian, nel mese di dicembre verrà proposta al pubblico nel corso di altre due serate programmate rispettivamente a Sedico il giorno 16 ed a Mel il 18.

Non è la prima volta che Paolo Cossi, già piuttosto affermato nell'ambiente del fumetto italiano, si cimenta nelle sue strisce con la questione armena. La prima volta, come molti lettori ricorderanno, è stato nel 2007 con Medz yeghern, il grande male già dato alle stampe per iniziativa di Hazard Edizioni: in quell'occasione Cossi si è occupato del genocidio armeno avvenuto nell'ex impero ottomano nel corso della prima guerra mondiale, un argomento tuttora considerato tabù nell'odierna Turchia, ma relativamente poco trattato anche nei libri di storia di casa nostra.

Nonostante le difficoltà intrinseche nel racconto di questo capitolo storico così triste e violento, l'autore non si è lasciato scoraggiare dall'impresa ed ha invece raccontato nel modo seguente la sua tecnica narrativa: «In storie come questa di solito è necessario romanzare, drammatizzare, aggiungere all'intreccio episodi basati sulla fantasia. Nel mio caso è stato invece vero il contrario, ho dovuto togliere i dettagli storici più raccapriccianti, perché avrebbero potuto apparire incredibili».

Anche l'approccio ad Ararat, la montagna del mistero è in qualche modo simile. Il libro si concentra questa volta sul patrimonio di cultura, miti e tradizioni dei diversi popoli - armeni e curdi - che nel corso dei secoli hanno abitato le pendici di questa montagna considerata sacra da molte religioni. La vicenda, già nota al pubblico bellunese, è incentrata sulla riscoperta delle vestigia armene nella Turchia odierna e sulla ricerca dell'inafferrabile relitto dell'arca biblica. «La narrazione è piena di episodi che sembrano frutto di fantasia», ha raccontato Paolo Cossi nel corso della conferenza, «ma posso assicurare che è tutto vero. Attacchi di cani e belve feroci, resti di fosse comuni risalenti a quasi un secolo fa, ascensioni alpinistiche e calate a corda doppia dentro crepacci ghiacciati. Azad Vartanian ha veramente avuto a che fare con tutto questo».

Reduce da altri importanti lavori che negli ultimi tempi lo hanno tenuto impegnato (uno per tutti, la biografia a fumetti di Hugo Pratt), Cossi ha anche avuto modo di ironizzare sulla gestazione lunga di questo progetto, nato ormai qualche anno addietro e portato avanti a più riprese negli intervalli di tempo. «I lunghi pomeriggi trascorsi davanti allo storico caminetto della Stanga mi sono serviti da ispirazione nei momenti di difficoltà». Non è dunque un caso che proprio il ristorante bellunese faccia da apertura nella sceneggiatura del libro, con l'aggiunta anche di alcune comparse celebri e vecchie conoscenze di casa nel locale.

Non da ultimo, quest'opera a fumetti ben si inserisce nel filone “montano” dell'autore pordenonese, una vera e propria costante fin dai tempi ormai lontani di Corona, l'uomo del bosco di Erto. Completa il libro un bel documentario in DVD che offre al lettore alcuni filmati originali girati sui luoghi del racconto.

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